Ecco il riassunto del libro e cosa ne penso.

Piccola precisazione: il riassunto è pieno di spoiler perché va a ricapitolare tutto i concetti chiave del libro. 

Se non vuoi leggerlo passa direttamente alla fine del post in cui puoi trovare le mie considerazioni personali in cui ti dirò le mie opinioni.

Seconda ed ultima premessa: se preferisci leggere il libro prima di questo post per poi confrontare le nostre opinioni ti lascio un link al quale acquistarlo (è affiliato Amazon ed è lo stesso rivenditore dal quale l’ho acquistato io).

Se invece sei team YouTube e preferisci i video alla lettura eccoti accontentato:

Finite le premesse. Iniziamo!

PRIMA PARTE DEL LIBRO IKIGAI

In questo capitolo introduttivo del libro ikigai di Selene Calloni e Okauda Dō ci viene spiegato che:

Ikigai significa trovare la nostra felicità, la strada che porta a compimento ciò per cui siamo nati. 

Come è possibile farlo? 

Ci sono innanzitutto dei concetto base da assimilare, ve li sintetizzo:

  • uscire dalla nostra zona di comfort ( significa in qualche modo non perseverare in quello che stiamo facendo se non ci fa stare bene. Proviamo strade diverse).
  • Ciò che ci deve interessare non è quello che abbiamo o vogliamo, bensì quello che siamo.
  • Capire che gli eventi della nostra vita non avvengono in sequenza, ma sono parte di un unico grande evento già esistente.
  • Dare il giusto valore alle piccole cose perché sono i mattoncini che costituiscono quelle più grandi.

SECONDA PARTE: I DUE FLOW DELL’IKIGAI

Torniamo al concetto del non perseguire come obiettivo l’avere. Se infatti questo fosse il nostro fine ultimo, in caso di perdita dei nostri beni materiali ne usciremmo distrutti.

Dobbiamo concentrarci su quello che siamo e sul nostro miglioramento sotto ogni punto di vista (spirituale, fisico, sociale e anche finanziario).

Voler ottenere il meglio fa parte della nostra accettazione dell’essere, non dobbiamo sentirci in colpa per questo.

Quando impariamo ad amare noi stessi vogliamo essere la nostra versione migliore e non è un percorso ma è una scoperta di quello che è già dentro di noi, accettarlo ci porta a vivere seguendo i due flow dell’ ikigai:

-“flow dell’abbondanza”: economica, interiore, esteriore e di sentimenti e rapporti interpersonali

-“flow dell’attenzione concentrata”: amare ciò che stiamo facendo.

PARTE 3

Gli autori approfondiscono il concetto di Ikigai.

Ci spiegano che si tratta del motivo per cui siamo nati, che ci rende felici di esistere.

Tuttavia vanno a precisare che non è qualcosa di razionale, è un concetto astratto.

Noi ci avviciniamo ad esso ogni volta che perseguiamo i nostri valori e siamo del tutto noi stessi.

Quindi possiamo vivere a pieno il presente trasformandolo nel nostro Ikigai.

PARTE 4 DEL LIBRO IKIGAI DI SELENE CALLONI WILLIAMS E NOBURO OKUDA DO

Ci sono 4 step che ci separano dal nostro Ikigai (gli autori li definiscono passi verso una trasformazione alchemica).

Vediamoli:

1- la condizione di vittima.

Uno stato mentale per cui ci sentiamo sfortunati e pensiamo che ci capitino solo brutti episodi.

2- la condizione di apprendista (se dovessi definire il punto in cui sono io avvalendomi di questo testo direi di essere qui). La persona crede che ciò che gli accade dipenda dalle sue azioni dalle sue capacità che cerca in tutti i modi di migliorare per raggiungere degli obiettivi.

3- condizione di veicolo o mago.

La persona è entrata in contatto con il proprio Ikigai. I suoi desideri sono allineati con ciò che gli accade e raggiunge i suoi obiettivi senza doversi sforzare. Perché sta seguendo la strada dettata dal suo vero io ed in questo percorso trova la sua felicità quotidiana.

4- non ci sono più paure. Non esiste nemmeno più il concetto di morte.

Questo livello può essere aiutato dalla pratica della meditazione.

Qui vengono poi elencati 10 metodi di meditazione che hanno come fine eliminare le paure dalla propria vita è vivere in maniera più consapevole. Li ho riassunti per voi in un post che uscirà la prossima settimana (dove vi racconto la mia esperienza dopo averli provati per 30 giorni).

L’autore cita un altro suo testo dedicato alla pratica giapponese di meditazione basata sul concetto giapponese di visualizzazione di un bosco (Shinrin-Yoku). Vi lascio qui il link al libro.

Tra l’altro vi avevo già parlato di questa pratica meravigliosa in questo post sulle 15 cose che ho scoperto nel mese di giugno.

In fine viene ridiscusso il concetto di bellezza secondo la filosofia giapponese.

Ikigai si trova solo nella bellezza che è sinonimo di ordine, di natura, dell’essere in armonia com il proprio essere.

PARTE 5 

Gli autori propongono di disegnare un mandala per arrivare a capire meglio il nostro Ikigai. 

PARTE 6

La sesta parte di Ikigai sottolinea I’ importanza degli avi.

I nostri avi in qualche modo ci suggeriscono quello che siamo e quello che vogliamo. Sono come delle voci di corpi inconsistenti che accompagnano il nostro cammino, anche quando non conosciamo veramente la loro storia.

È fondamentale essere in pace con loro per arrivare al nostro obiettivo.

Inoltre è fondamentale perdonarli se abbiamo qualche riserva nei loro confronti e rivolgere loro meditazioni positive.

Un esercizio utile è pensare ai punti di forza dei nostri avi e come questi si ripropongano in noi.

Un altro ancora può essere quello di pensare ai pregi dei nostri genitori e dove li avrebbero portati se avessero raggiunto il loro Ikigai.

Probabilmente il nostro Ikigai è un proseguimento del loro.

Per fare questo è proposto anche un mandala da costruire per facilitare l’esercizio sopracitato. 

Non lo riporto qui perché non ritengo aggiunga nulla al conseguimento di questa meditazione sugli avi.

PARTE 7

La settima parte del libro ci riporta ad un concetto già anticipato in precedenza e cioè che il tempo non è lineare. Tutte le fasi e le età della nostra vita coesistono le une con le altre. Semplicemente gli eventi si manifestano quando è il momento adatto per noi. 

Il paragrafo si chiude con alcuni esercizi che spiegano questo concetto.

PARTE 8

La parte 8 di Ikigai è a mio avviso cruciale. 

Ci spiega come le paure e i condizionamenti sociali alcune volte sono talmente radicati da silenziare totalmente la nostra vocazione.

Allora sarà più difficile ricongiungerci ad essa.

Bisogna avere la voglia di crescere, averne gli strumenti e avere la capacità di delegare quando è necessario. Sono queste le chiavi che possono portare al proprio Ikigai.

Secondo gli autori è sbagliato pensare che le nostre azioni avranno delle conseguenze matematiche e anche pensare che i nostri errori saranno delle lezioni.

La nostra anima conosce già tutto, non ha bisogno di imparare alcuna lezione.

Il nostro cervello è quello che impara. Per questo sarebbe il caso di affidarci più spesso al nostro cuore, alla nostra anima e alla nostra passione che conoscono già la via da seguire.

Gli errori e le sconfitte ci servono per trovare la forza per reagire e ricominciare da capo verso una strada che ci allinei maggiormente allo scopo della nostra vita.

Fare ciò che vogliamo e non quello che dobbiamo fare non è per molti facile, ma è ciò che fa la differenza.

PARTE 9

In questa porzione del libro vengono esaminate quelle che secondo il metodo giapponese dell’Ikigai sono le chiavi per il successo.

Vediamole insieme, il testo cita:

1- Avere una forte necessità 

2-Avere le capacità 

3- Saper coinvolgere altre persone

C’è anche un esercizio da fare per focalizzarci meglio su questi aspetti è ancora una volta è il disegno di uno specifico mandala.

Si può fare anche senza mandala, ma avere carta e penna sotto mano può aiutarci ad essere più focalizzati (scusate,  questo non fa parte del riassunto del libro, ma è una mia nota personale).

I concetti su cui concentrarsi sono i seguenti:

identificare il nostro successo (difficilmente sarà il nostro Ikigai, ma sarà una tappa per raggiungerlo).

che doti occorrono per raggiungere questo successo

chi mi serve per farlo avverare

Una volta che avrai risposto a queste domande occorre iniziare un dialogo interiore con le persone che ci possono aiutare (anche se non le consociamo realmente e anche se sono astratte).

Occorre dare un nome alle doti che ci occorrono e invocarle quanto più spesso possibile in modo che possano raggiungerci.

Fondamentale è la visualizzare: immaginiamoci nella nostra futura vita, quella in cui abbiamo raggiunto questo successo desiderato.

Parte 10: RIFLESSIONI SULLA MORTE

La morte è vista come un ri-morire a cui segue una ri-nascita. Un vero e proprio ciclo. 

Non si tratta di una sequenza di eventi, ma di qualcosa che esiste in ogni momento. 

Capire che siamo parte di un tutt’uno. Noi siamo in relazione continua con la natura e con le altre persone, siamo parte della stessa realtà. In quest’ottica non ha senso attaccarsi alle cose che ci circondano perché rinasceremo e saremo ancora parte dell stessa realtà.

Quanto più l’attaccamento si trasforma in amore (non verso l’io, ma verso ciò che ci circonda), tanto più smetteremo di avere paura e ci uniremo al nostro Ikigai.

Quella forza che ci porta a liberarci da attaccamenti e paure è per i buddhisti il karma ed è il motore più forte che ci porta a ricongiungerci con il nostro fine ultimo (il nostro obiettivo di vita).

PARTE 11

Impariamo a riscoprire le nostre voci interiori che devono essere senza dubbio più importanti di quelle che ci vengono dall’esterno. 

Abbandoniamo i condizionamenti esterni per seguire la nostra vera vocazione. 

Cerchiamo di svincolarci anche dai condizionamenti che ci danno le persone che amiamo. Il percorso verso la ricerca del nostro obiettivo è solo il nostro.

Altri condizionamenti ci vengono dalla società, dal tempo e dal luogo un cui siamo nati. Tuttavia dobbiamo imparare a classificare anche queste particolari condizioni come qualcosa dovuto al karma.

Non è un caso se proprio noi siamo nati da quei genitori, in quel luogo e in quel tempo. È il nostro primo contatto con il pianeta e con tutto ciò che ci circonda. 

È importante vedere tutto nel suo insieme e tornare alla spiritualità nella vita quotidiana. Persino nella religione Ikigai prevede la presenza di Dio in noi stessi ed in ogni cosa esistente in natura.

L’autrice propone un mandala specifico da disegnare per comprendere la motivazione per cui siamo nati proprio in quest’epoca storica.

In più ci propone un mantra particolare che permette di rendere visibile ai nostri occhi quello che è invisibile.

Questo mantra consiste nella ripetizione sequenziale delle due parole Orà (quando si inspira) Tun (quando si espira).

PARTE 12

Quando la nostra esteriorità è in accordo con la nostra interiorità allora secondo gli aitori siamo in grado di percepire i nostri guerrieri interiori

Si tratta di guide che riusciamo a figurare nella nostra mente e che ci permettono di superare situazioni difficili.

L’unica cosa che dobbiamo fare è invocarli al momento giusto e immaginarli con quanti più particolari posssibile.

L’autrice suggerisce 7 protettori e lo chiama le 7 gemme da invocare nel momento del bisogno tramite una meditazione profonda della durata di 10-20 minuti (durante la quale si libera la mente e ci si prepara ad accogliere uno dei guardiani).

Eccoli elencati nelle loro categorie con gli esatti nomi riportato nel libro: 

  1. i nobili guerrieri
  2. Gli infaticabili nomadi
  3. gli appassionati guardiani della ricchezza
  4. i potenti custodi dell’ideale
  5. i leggeri araldi della parola e della fama 
  6. gli impeccabili ispiratori della conoscenza
  7. i fedeli protettori

PARTE 13

Per seguire il proprio Ikigai è fondamentale avere alti livelli di energia.

Per questo l’energia deve essere tenuta costantemente monitorata (anche due volte al giorno). sE ci accorgiamo che l’energia sta calando occorre ristabilita immediatamente. Purtroppo accorgersene non è così facile, infatti spesso nel mondo moderno diventa la norma abituarsi a vivere con bassi livelli energetici sia a livello fisico che psicologico (ecco perché è così importante un monitoraggio costante).

Come rimediare quando ci accorgiamo del problema prima che questo sfoci in qualcosa di più grande e pericoloso?

Viene suggerita un’apposita meditazione della durata di un minuto che ha come fulcro la ripetizione di un mantra molto particolare: A-MA-TE-RA-SU-O-O-MI-KA-MI e si svolge con specifici passaggi la mattina appena svegli e la sera prima di dormire.

PARTE 14

Ora gli autori ci parlano dello stile di vita migliore per seguire il proprio Ikigai.

Una premessa: Ikigai non è qualcosa di logico o razionale. Non è un percorso che si pianifica, è qualcosa che si palesa vivendolo. Per realizzarlo occorre lasciargli spazio, nella mente e nel corpo ed essere liberI dai condizionamenti da parte della famiglia o della società.

Alcuni consigli pratici:

  • sperimentare il vuoto non arrivando mai a completa sazietà, riempiendo lo stomaco all’80% ad ogni pasto.
  • Prediligere frutta, verdura e legumi
  • Praticare la meditazione non appena si ha occasione, ripetendo il mantra A-MA-TE-RA-SU-O-O-MI-KA- MI per almeno 9 volte di fila.

E’ importante anche smettere di comportarci da egocentrici e lasciare spazio ad un “Io” diverso. Che si lascia trascinare dalle passioni e ama. L’amore viene visto come il fine ultimo, il motore che ci guida verso la giusta via.

Noi siamo parte della natura e dobbiamo connetterci ad essa.

Per essere meno egocentrici e riposizionare il nostro io in direzione dell’Ikigai ci sono due strade:

-agire mossi dall’amore

-resettare le costrizioni sociali che popolano le nostre convinzioni.

PARTE 15

In questa sezione del libro troviamo una carrellata di consigli pratici da attuare nella nostra vita per poter essere in sintonia con il nostro obiettivo.

Primo consiglio tra tutti è: muovere il corpo! 

Muovere il corpo fa bene in termini di salute e longevità e anche a livello della mente e dell’anima. Aiuta a svuotare la mente e a ricollegarci alla natura.

Secondo consiglio importante è: saper accogliere la solitudine come un valore positivo.

La solitudine ci da la possibilità di dialogare con le nostre voci interiori e ricominciare ad apprezzare la natura (che torna come punto chiave di tutto).

Inoltre se siamo ben centrati e non abbiamo pura della nostra solitudine avremo maggiori opportunità di stringere nuove amicizie sincere.

Terzo consiglio:Tenersi costantemente impegnati in qualcosa che ci appassiona e che sia per noi totalmente immersivo (significa avere un obiettivo e perseguirlo costantemente).

Avere obiettivi concreti è quello che ci fa realmente vivere e che può renderci anche più longevi.

Quarto consiglio: liberarci del consumismo.

Vivere una vita più minimalista circondati da oggetti essenziali ci facilità la quotidianità e ci aiuta ad essere sereni.

Quinto consiglio: ringraziare.

Ringraziare gli altri e noi stessi è un gesto non solo di d’educazione, ma anche di rispetto e gratitudine. Un vero e proprio gesto d’amore

Una buona pratica può essere quella di tenere un diario della gratitudine da compilare giornalmente.

Sesto ed ultimo consiglio (che è anche il mio preferito): fare ogni giorno qualcosa che non abbiamo mai fatto o di insolito.

Può essere anche un gesto piccolissimo, ad esempio usare un’espressione nuova o visitare un posto che non abbiamo mai visto.

Cito il testo: sorprendere se stessi è un modo per tenere viva la creatività. E una vita creativa mantiene la connessione con il proprio Ikigai.

Può aiutare anche coltivare diverse personalità da sfoggiare in contesti diversi. Questo ci disconnette dall’essere troppo focalizzati sull’io.

COSA NE PENSO IO

Eccoci arrivati al momento della mia opinione personale.

Partiamo dalla base: il testo è piuttosto facile da leggere. L a dimensione è ridotta (infatti si tratta di un piccolo volume di 108 pagine. A volte ci sono termini un po’ desueti e specifici tratti dal campo semantico della teologia e della spiritualità ai quali non tutti sono necessariamente avvezzi (questo rallenta un po’ la lettura).

Credo che sia un libro che vada comunque letto con calma, i concetti vanno ragionati e assimilati lentamente, traendo le lezioni più affini al nostro modo di essere.

Non tutti possono prendere seriamente alcuni concetti profondi trattati in questo libro, faccio l’esempio del dialogo con i nostri spiriti guida, la meditazione, il concetto del tempo e dello spazio. Io in primis non credo a molte delle affermazioni che ho ritrovato in questo testo.

E’ stato però interessante da leggere e ho tratto da Ikigai molti spunti di riflessione ed approfondimento (lo scoprirete anche nei prossimi post).

Mi è piaciuto davvero tanto il fatto che in diversi capitoli vengano proposti esercizi pratici volti ad aumentare la conoscenza di noi stessi, cosa che può rivelarsi utile per chiunque.

Insomma, il libro è stato piacevole, anche perché mi ha fatto immergere in una continua atmosfera di pace e relax, pochi autori riescono a farlo.

Il mio voto per questo libro è un 7 su 10.

Tu cosa ne pensi?

Leggerai il libro Ikigai?

Per oggi è tutto. Se desideri rimanere ancora in mia compagnia ti lascio il link ad altri post che ho scritto nelle scorse esttimane:

riassunto del libro Volere troppo e ottenerlo

legge dei 101 desideri

Chi è Igor Sibaldi

Passare da un livello B2 a C1 in inglese

Creare un blog da principianti

Ti lascio la mia mail!

Un saluto e alla prossima settima.

Vs.

3 commenti a “Libro Ikigai: di Selene Calloni Williams e Noburu Okuda Dō”

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