Ho letto basta dirlo di Paolo Borzacchiello perché sono alla continua ricerca di metodo per migliorare il mio stile comunicativo.
Se anche tu hai lo stesso obiettivo, qui troverai un riassunto del libro ”Basta dirlo” (quindi un grande spoiler) e alla fine del post la mia opinione personale.
Vi dico pero che il riassunto potrebbe non essere sufficiente, può servire per farsi un’idea sul tema, ma vale la pena secondo anche di acquistare il libro per approfondire. Questo perché posso garantirvi che lo stile di Borzacchiello vi terrà incollati alle pagine.
Sarà scientifico e divertente allo stesso tempo.
Decidete voi, io in ogni caso vi lascio il link da cui acquistarlo (come sempre è affiliato Amazon, quindi se lo acquistate da qui a me arriva una piccolissima percentuale).
Qui invece trovi la mia video recensione su YouTube!
Iniziamo!
RIASSUNTO DEL LIBRO :
INTRODUZIONE
Da leggere sempre, ma in particolare l’introduzione di questo testo, vi farà capire immediatamente con chi avete a che fare e cosa aspettarvi dai capitoli che seguiranno.
Paolo inizia subito specificando che la felicità non esiste e che i vari guru del self help in qualche modo vi stanno mentendo.
Continua dicendo che la felicità si può costruire, giorno dopo giorno, ma ogni emozione anche contraria ad essa, ha diritto di essere espressa è vissuta.
La felicità dipende da reazioni ormonali innescate dal nostro cervello e si può indurre, grazie alle parole che esprimiamo e nel modo in cui le esprimiamo.
Perché?
Proprio per via delle reazioni chimiche che andranno ad innescare in noi mentre le diciamo, o additura mentre le pensiamo.
PARTE 1:
Torniamo al concetto per il quale le parole hanno il potere di evocare sensazioni e reazioni chimiche nel nostro corpo. Le parole portano con se concetti, fanno parte di determinati campi semantici e si trascinano dietro un background di emozioni.
Ogni volta che scegliamo di pronunciare una parola, o che decidiamo di leggere uno specifico autore o che decidiamo di ascoltare qualcuno, il nostro cervello avrà uno stimolo e reagirà di conseguenza.
Nella quotidianità usiamo molte parole impropriamente: alcuni esempi sono rubare o paura o sbaglio oppure ancora disturbo. Ciò che evocano non è certo idilliaco e non avranno alcun impatto positivo sul nostro benessere, anzi.
Interessante anche il concetto che le parole non sono solo quelle espresse verbalmente, ma anche quelle che rimangono pensieri. Anche i pensieri hanno influenza sul nostro assetto ormonale.
Possiamo esprimere lo stesso concetto senza usare parole che ci evocano negatività. Questo inciderà fortemente su come percepiamo la nostra frase, sul ricordo che avremo di essa e sul nostro umore.
Da ricordarsi che se anche faccia precedere una parola da un non quello che rimarrà nella nostra mente sarà sempre quella parola, per questo bisogna prestare attenzione a quale scegliamo.
Segue una critica alla regola del 7-38-55.
Secondo questa regola in una trattativa ben riuscita il merito è per il 7%delle parole, per il 33% è merito del tono di voce e per il 58% è invece merito del linguaggio non verbale.
Te la ricordi?
Ne avevamo parlato anche nella recensione e riassunto del libro Volere troppo e ottenerlo di Criss Voss (te lo lascio qui se non l’hai ancora letto).
Criss è totalmente d’accordo con questa regola enunciata dallo psicologo Albert Mehrabian.
Invece, secondo Paolo Borzacchiello, va contestualizzata e non va presa (come fanno molti) come un dogma. Come sempre Borzacchiello preferisce basarsi sulla scienza e su quello che può essere comprovato e riattribuisce alle prole il peso che meritano.
Le parole sono fondamentali per intessere rapporti sani con gli altri e con noi stessi.
Un altro mito che l’autore ci tiene a sfatare è che l’abito non fa il monaco.
Paolo ci dimostra proprio il contrario, adducendo a prova il comportamento del cervello rettiliano. Quindi ci dice di vestirci non in base al nostro stato d’animo ma in base allo stato d’animo che desideriamo avere e ancora in base agli obiettivi che vogliamo raggiungere o l’attività che dobbiamo svolgere.
Lo stesso vale per le parole che devono essere ponderate accuratamente perché “fanno il monaco”.
Ci spiega poi come interagire con i nostri 3 cervelli:
- rettiliano: quello primordiale che sta in allerta e che si basa su sensazioni che innescano reazioni veloci.
Quando ci proponiamo ad un interlocutore è il primo a dover essere conquistato per ottenere attenzione. Quindi andare subito al punto e via libera a coniugazioni presenti o imperative.
L’autore dice di non usare: ma, però , non o ancora la pessima frase “disturbo?”.
2. cervello limbico: è la parte del cervello deputata alle emozioni. Da catturare immediatamente dopo il rettiliano, per farlo bisogna usare l’empatia. Paolo ci spiega che essendo tutti noi molto egocentrici, il modo migliore per farlo è sfruttare i pronomi. Esempio: questa lettura sarà per te molto vantaggiosa per crearti un tuo punto di vista.
Per interagire invece con il nostro cervello limbico ogni tanto dovremmo chiederci. Cosa serve davvero a me?
3. neocorteccia: parte del nostro cervello che crede di essere razionale. Per ingaggiarlo basta addurre qualche dato o tecnicismo alla fine di un discorso o lasciare una call ti action chiara e inequivocabile.
Paolo poi ci suggerisce 33 frasi che non dovremmo mai pronunciare perché potenzialmente dannose per noi. Te ne lascio qui alcune, quelle che anch’io uso sempre e che sarebbe meglio evitassi. Cito testualmente:
- ma si, dai, per questa volta.
- Se continuano a dirlo probabilmente sarà vero.
- Eh ti capisco, mi spiace.
- Vediamo che succede.
- Facciamo come dicono loro.
- Era proprio destino.
- Chissà cosa pensano di me.
- Non mi hanno capita.
A questo punto di Basta dirlo di Paolo Borzacchiello torna sul concetto focale.
La felicità che percepiamo è data dal tipo di ormoni che immettiamo nel nostro circolo sanguigno e che vengono prodotti dal cervello. La tipologia di ormoni può essere modificata scegliendo il tipo di pensiero che facciamo o le parole che usiamo in quanto sono loro a generare in noi diverse emozioni e sensazioni.
Molto bella anche la spiegazione che l’autore fa dando la definizione di:
- cortisolo, altrimenti noto come ormone dello stress. Innescato da parole negative.
- serotonina, ormone prodotto in grande quantità da chi ha fiducia nelle proprie capacità
- ossitocina, ormone dell’ empatia
- dopamina, ormone che entra in circolo quando pregustiamo un successo.
- adrenalina, ormone dell’attività e della velocità di ragionamento è di azione.
- testosterone, come ormone della sicurezza.
Da menzionare anche le endorfine le quali vengono prodotte quando proviamo felicità (le stesse che il nostro corpo secerne quando facciamo sport).
Da ex farmacista ho apprezzato molto.
Come spiega benissimo Paolo, nessuno di questi ormoni è totalmente positivo e nessuno di questi è totalmente negativo. Serve un giusto equilibrio, da calibrare appunto con le parole e con i pensieri giusti.
Tuttavia la serotonina è quell’ormone che ha un ruolo chiave nella nostra felicità. E che quindi è fondamentale per sviluppare la sicurezza in noi stessi. Le parole fanno tanto in questa direzione.
Alcune dritte per aiutarci a svilupparla sono:
- evitare di iniziare le nostre interazioni con altri chiedendo se stiamo disturbando.
- Parlare con il tempo presente di indicativo è imperativo.
- Evitare parole come “vedremo come va” o “speriamo” (p.s: questo lo faccio sempre).
Parlando di emozioni quindi Borzacchiello ci spiega che non possiamo modificare come il nostro corpo reagisce a determinati stimoli (ad esempio a livello di secrezione ormonale), possiamo invece controllare gli input che inviano in termini di reazioni agli eventi, pensieri e parole.
Per quanto riguarda l’empatia vengono fatte due precisazioni:
- è direttamente proporzionale alla vicinanza fisica
- spesso ci porta a decisioni sconsiderate. Occorrerebbe affiancarla ad un minimo di razionalità per prendere decisioni migliori.
PARTE 2:
Il capitolo 2 del libro Basta dirlo di Paolo Borzacchiello è una vera e propria carrellata delle frasi più comuni che diciamo e che costruiscono la percezione che abbiamo di noi stessi e che ci etichettano agli occhi degli altri.
Borzacchiello parte con le frasi che non sarebbero mai da dire. Lui stesso dice di divulgarle per aiutare quante più persone possibile a non commettere questi errori. Quindi eccoci qua, ne riporterò alcune (quelle che anch’io devo ricordarmi di non utilizzare).
PS: nel libro sono spiegate anche le motivazioni per cui non vanno usate.
Procediamo, non dite mai:
- Quel che è fatto è fatto
- E anche oggi è andata
- Vediamo prima come va
- Ma si, fa lo stesso
- Quello che conta è la sostanza.
- Andrà meglio la prossima volta
- L’importante è partecipare (da sostituire con altre frasi come ad esempio: l’importante è che tu faccia al meglio delle tue capacità, l’importante è che tu ti diverta mentre lo fai, l’importante è imparare da ogni esperienza, ecc ecc). Concetti molto utili anche per chi ha dei bambini.
- Disturbo? (L’avevamo già vista, ma me la segno di nuovo per tenere a mente di non dirlo più).
Peggio ancora se davanti mettiamo la parola scusa. Basterebbe dire: sei libero adesso? Oppure hai tempo per parlare con me adesso?
Fondamentale tenere concetto a mente anche sul lavoro.
Ancora peggio la variante: non voglio rubarti tempo.
- Mi sono spiegato? O hai capito? (Meglio sostituire con un bel: c’è qualche aspetto che volete approfondire? Oppure tutto chiaro sin qui?).
- Grazie/Grazie per il tuo tempo
- Sto per dire una cavolata
- Fidati
Paolo Borzacchiello poi introduce un nuovo concetto e cioè il fatto che l’autostima non è una dote innata, si può costruire e secondo lui è anche molto semplice farlo.
Secondo l’autore ci può addirittura volere poco tempo. L’importante è tenere d’occhio i nostri pensieri e le nostre frasi usando le parole giuste per costruire l’idea che abbiamo di noi stessi.
Quest sono alcune delle sue frasi da non usare se vogliamo sentirci meglio con noi stessi:
- tanto è inutile
- scusami se ti disturbo ancora, ti rubo solo un minuto
- Sono a disposizione per qualsiasi richiesta
E i proverbi? Ce ne sono alcuni deleteri. Ad esempio:
- l’erba voglio non cresce neanche nel giardino del re
- l’importante è partecipare
- chi si accontenta gode
Alcune delle frasi da dire, che secondo Borzacchiello, aumentano la nostra autostima e la percezione positiva che gli altri hanno di noi:
- risolvo io
- ho capito perfettamente
- ora ti dico come stanno le cose
- questo significa per te…
Tra le frasi che invece è meglio non dire a qualcuno che ci sta confidando qualcosa di spiacevole:
- devi pensare alle cose belle
- eh, a chi lo dici
- anche a me è successo
- io al tuo posto farei
Un consiglio meraviglioso di Paolo è quello di circondarci di persone in gamba e che ci sappiano dire le parole giuste. Questo perché il nostro cervello immagazzina tutto anche quello che crediamo di riuscire a filtrare.
Segue un altro consiglio che fa altrettanto riflettere, l’autore si scaglia nuovamente contro il pensiero positivo a oltranza. Borzacchiello infatti ci spiega che questo atteggiamento è controproducente in quanto non ci prepara agli imprevisti. Le nostre reazioni ai normali imprevisti saranno talmente lente da causarci problemi.
Borzacchiello preferisce un pensiero sfaccettato, secondo il quale si prendono in esame tutti i possibili scenari.
PARTE TRE DI BASTA DIRLO DI PAOLO BORZACCHIELLO
Gli anatemi.
Cosa sono?!
Sono quelle frasi che inconsapevolmente diciamo e che possono segnare la persona che le riceve al punto tale di diventare presagi del suo futuro.
Un esempio? Gli aggettivi che una madre pronuncia a proposito de figlio, possono fare cambiare il modo in cui lui si percepisce e di conseguenza influenzarne poi le azioni.
Borzacchiello in questo caso ci tende una mano, insegnandoci a riconoscerli, in modo da impedirci di pronunciarle quando ci rivolgiamo alle persone che amiamo.
Inoltre sapere quali sono e gli effetti che creano può farci lavorare su noi stessi, facendoci capire perché ricadiano in un certo comportamento.
Alcuni esempi tra i più comuni e che spesso vengono detti in buona fede (ma comunque sortiscono lo stesso effetto):
- nessuno ti vuole bene come la mamma
- così fai piangere mamma e papà
- lo faccio per il tuo bene
A questo punto Borzacchiello ci fornisce i suoi 27 antidoti (concetti su cui riflettere per aumentare il nostro benessere). Ne citerò solo qualcuno, quelli che più mi toccano nel profondo:
- nessuno può farci sentire in un modo diverso rispetto a quello che già pensiamo di noi stessi. Quindi se una cosa ci ferisce è perché nel profondo la pensiamo anche noi e dovremmo lavorarci su.
- Le nostre insicurezze ci condizionano, spesso infatti finiamo per identificarci nel modo in cui teniamo che gli altri ci vedano.
LA MIA OPINIONE PERSONALE SUL LIBRO BASTA DIRLO DI PAOLO BORZACCHIELLO
Questo è il terzo libro che leggo di questo autore, in passato infatti ho letto due dei suoi primi lavori:
Fatemi sapere se può interessarvi una recensione anche di questi due testi. Intanto vi lascio il mio link Affiliato Amazon per recuperarli.
Lo stile di Paolo mi piace moltissimo: è essenziale e allo stesso tempo evocativo, sarcastico e a volte anche un po’ egoriferito. È estremamente chiaro e diretto come penso che sia l’autore stesso (almeno da quello che ho potuto conoscere di lui tramite i social media, principalmente dal suo Instagram di cui vi lascio il link).
Basta dirlo è a mio avviso un libro che dovrebbero consigliare gli insegnanti al liceo (se non addirittura alle medie), per educare i ragazzi a scegliere le parole giuste da utilizzare per confrontarsi con gli altri. Per rendere i giovani più consapevoli che le prole, se usate nel modo corretto, possono essere il miglio biglietto da visita per presentarci e che se usate in maniera scorretta possono ferire noi e le persone con cui abbiamo a che fare.
Estremamente importante nel contesto attuale, in cui internet ci permette di commentare ogni cosa, sapere come esprimersi è la base per ognuno di noi.
Una sorta di educazione linguistica che può portare a migliorare quelli che poi saranno gli adulti di domani.
Mi piace molto il connubio tra tecnicismi ed ironia espositiva che si respira durante tutta la lettura.
Quello che più mi ha divertita, ma che allo stesso tempo mi ha fatto più riflettere è la sezione dedicata alle frasi che non bisognerebbe mai dire. Inutile specificare che io le uso praticamente tutte nella mia quotidianità, ci farò molta più attenzione.
Molto bella la parte degli anatemi, mi ha fatta riflettere davvero tanto sull’importanza di essere un genitore attento. Causare danni ai nostri figli è un rischio concreto.
A mio avviso c’è un’unica pecca in questo testo, spesso risulta un po’ ripetitivo. Alcuni concetti vengono rimarcati più volte, ovviamente per amore di chiarezza, ma mentre li leggevo mi sono chiesta più di una volta se il Kindle non mi avesse riportata indietro di qualche pagina (la risposta è ovviamente no).
Per il resto un ottimo libro, scorrevole e piacevole nella lettura.
Vi lascio il link Amazon Affiliato se volete acquistarlo e tenete conto che da questo link potete trovare sia il formato cartaceo che quello Audible e Kindle, in questi due ultimi formati è gratuito.
Bene, per oggi è davvero tutto.
Spero di avervi fatto conoscere qualcosa in più a proposito di Basta Dirlo di Paolo Borzacchiello.
Fatemi sapere cosa ne pensate qui sotto nei commenti.
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A presto.
Vs.
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